I piatti

I piatti

I piatti sono due dischi di bronzo torniti, con una leggera protuberanza e un foro al centro per il cinturino che li sorregge. Non hanno mai presentato difficoltà di apprendimento per  i suonatori di piatti, che infatti erano esentati a pagare le lire 1,50 dovute da tutti gli allievi della scuola di musica. Come già la grancassa, quando mancava un piattista titolare, altri, qui sotto trascritti in corsivo, lo sostituivano.

Comunque, proprio per il ruolo non riconosciuto come “difficile”,  in passato i suonatori di piatti furono spesso occasionali e quindi  assai più numerosi di quelli qui registrati:

Pietro Serapilli (n.r), Giovanni Manzani (1836/), Antonio Lunardi “Pego” (1859/1930), Cesare Favilli “Mezzosigaro” (1892/), Antonio Picci (1894/1964), Telemaco Bezzini (1902/1984), Armando Loni (1904/1984), Ilio Musi (1919/1961), Luigi Simi (1920/viv.), Enio Manzani (1926/),  Luciano Picci (1933/viv.), Mauro Fabbri (1927/viv), Franco Frati (1944/viv), Vasco Creatini (1949/viv.),  Monica Favilli (1962/viv.), Lorenzo Lami (1971/viv.).

Tra i personaggi citati, è nella memoria di tutti  “Mezzosigaro” Favilli, sempre alle prese con “Nasello” Lucchesi, che lo ingannava sui tempi di intervento, facendogli fare figure barbine.

Telemaco Bezzini fu cantautore di storie surreali e paradossali, per una delle quali, piuttosto sarcastica nei confronti dei donoraticensi, rimediò un ceffone che scatenò quasi una rissa.

Il primo che compare nell’elenco, Pietro Serapilli, era un “lombardo” avventizio, riparatore di paioli, campani per le bestie e oggetti di rame e di bronzo, come appunto i piatti. Nel tempo che fu a Castagneto, fu anche suonatore e, dopo la stagione lavorativa, scomparve e non si vide più.